Orgoglio e Precipizio ovvero Cenerentola sulle Montagne Russe: ANORA (Sean Baker - 2024 Usa)

Dimenticate le scarpette di cristallo e il principe azzurro: la favola americana è definitivamente finita e la nuova Cenerentola lavora in uno strip club. Indossa minigonne e tacchi a spillo e si muove con sicurezza nei peggiori club privè di Brooklyn. Da quei luoghi degradati, fino alle ville di Coney Island e poi ancora ai casinò di Las Vegas, questa Cenerentola vivrà un viaggio su delle montagne russe emozionali: tentando di rimanere in piedi tra orgoglio e precipizio.

Sean Baker prende la classica favola e la ribalta, trasformandola in un viaggio senza sconti nel lato più squallido e crudele del sogno americano. Il regista costruisce un film che mescola commedia screwball (la classica commedia americana svitata e imprevedibile) e dramma sociale, con la sua inconfondibile capacità di raccontare il mondo degli ultimi senza pietismo, ma con un’ironia tagliente e uno stile scintillante. 

Anora è un racconto di lotta e consapevolezza, una favola distorta che corre veloce tra lustrini e disillusione, fino a schiantarsi contro la realtà. Preparatevi a un viaggio senza filtri tra lusso, degrado e sogni che si sgretolano: la storia è appena cominciata.



Sesso, soldi e vodka: il matrimonio sbagliato con l'uomo sbagliato

Ani (Mikey Madison) non è una sprovveduta. Lavora in un club di Brooklyn, parla russo per compiacere alla nuova facoltosa clientela sovietica e sa esattamente come muoversi in un ambiente dove tutto ha un prezzo. Poi arriva Ivan (Mark Eydelshteyn), un ricco rampollo russo con la maturità di un adolescente e il portafoglio di un magnate: le offre 15 mila dollari per essere la sua ragazza per qualche settimana. E lei accetta, perché nel suo mondo le cose funzionano così.

Da qui inizia una folle corsa verso il disastro. Feste in una villa extralusso di Coney Island, fiumi di cocaina, viaggi, feste interminabili. Ivan è un eterno adolescente che brucia soldi e tempo, e Ani si illude che potrebbe essere la sua grande occasione. Tra una sniffata e un giro di slot machine, i due si sposano a Las Vegas. Due anime perse, due mondi all'opposto, che si giurano amore eterno senza nemmeno rendersi conto di quello che stanno facendo.

Quando Ani torna a Brooklyn con una fede da cinque carati e un marito miliardario, crede di essersi finalmente sistemata. Ma la favola finisce prima ancora di cominciare. La famiglia di Ivan scopre tutto e decide che questo matrimonio "non s'ha da fare". Direttamente dalla Russia arriva dunque l’ordine di sistemare la questione: ecco tre scagnozzi armeni — Toros, Garnick e Igor —  rozzi e un po imbranati servi dei ricchi sovietici, che provano a chiudere la pratica.

Il problema? Ivan, il piccolo principe viziato, decide di fuggire, lasciando Ani da sola a gestire il caos. Lei, però, non è una donna che si arrende facilmente: dopo aver toccato il cielo con un dito, non ha nessuna voglia di ritornare sulla strada. Ani si ritrova a combattere con le unghie e con i denti, sola contro tutti, armata solo di un anello al dito e del suo scintillante orgoglio. La guerra è appena cominciata.


Miseria e Assurdità: il lato oscuro del sogno americano

Dietro il ritmo sfrenato e la comicità irresistibile, Anora nasconde una critica feroce verso il cosiddetto "sogno americano", diventato un privilegio di pochi e un’illusione per tutti gli altri. Sean Baker, con il suo sguardo senza filtri, ci mostra due mondi che si sfiorano ma che non possono mai davvero unirsi: quello degli ultraricchi che possono comprare tutto – anche e soprattutto altri esseri umani – e quello di chi è costretto a vendersi pur di sopravvivere.

Ani e Ivan sono due facce opposte del turbocapitalismo imperante: lei viene dalla periferia del Queens, con una vita fatta di conti da pagare e strategie per non affondare, mentre lui è cresciuto nel lusso, circondato da servitù e carte dal credito illimitato. Eppure, per un momento, il denaro sembra cancellare le differenze. Ma prima o poi la verità viene a galla: Ani non sarà mai davvero parte del mondo Ivan. Lei è solo un nuovo giocattolo, da consumare, rompere e dimenticare. Il peluche di un bambino viziato.

In quest'ottica Baker smonta senza pietà il mito del riscatto sociale. In Anora, il sogno americano non è una scalata, ma una trappola. Inoltre è impressionante la visione che abbiamo dell'America: i nuovi veri ricchi sono gli stranieri che si comprano tutto, ville, matrimoni, persone. Agli americani rimangono le briciole, scalzati dal nuovo capitalismo globale. Ani, esattamente come i tre scagnozzi armeni che la tampinano, è solo un ingranaggio del sistema: tutti loro lavorano per mantenere il lusso di pochi.


Sean Baker: il maestro delle favole storte

Sean Baker ha una dote rara: raccontare chi sta ai margini senza trasformarlo in una macchietta né in una vittima da compatire. Con Anora, il regista affila ancora di più la sua visione, costruendo un film che si muove tra commedia frenetica e dramma sociale irradiato da un’irresistibile energia visiva. Come già in Tangerine e The Florida Project, Baker ci porta in un mondo di personaggi che il cinema mainstream spesso ignora o ancor peggio romanticizza. Baker non giudica i suoi personaggi, li osserva, li accompagna nelle loro scelte – giuste o sbagliate che siano – e ci lascia con loro, senza moralismi né filtri.

La regia di Baker è dinamica e vibrante. La macchina da presa segue Ani con un’energia febbrile, ci chiude con lei nei privè soffocanti dello strip club, ci trascina nelle ville pacchiane dei nuovi ricchi russi, ci fa sentire il caos delle notti a Las Vegas tra sniffate, promesse matrimoniali e scelte catastrofiche. Girato in 35mm, Anora ha un’estetica immersiva che dona al film un realismo stupefacente. 

E poi c’è Mikey Madison, assoluta regina del film. La sua Ani è un concentrato esplosivo di rabbia, furbizia, fragilità e disperazione. Madison ci regala una performance elettrica, passando con naturalezza dall'iniziale ruolo da escort accondiscendente a quello di moglie tradita furente, con gradazioni emotive che passano dalla grazia ammaliante alla furia devastante. Il momento in cui distrugge la villa di Ivan è cinema puro: un’esplosione di isteria, autodeterminazione e frustrazione che rimane impressa negli occhi dello spettatore. E poi quel crollo emotivo finale, tenero e disarmante, che ti lascia senza parole. 

Baker costruisce un film che brucia di vita vera, di emozioni sporche e contraddittorie. E grazie a Mikey Madison, Ani non è solo una semplice protagonista: è un’icona del cinema contemporaneo.


Una commedia che ti ammalia mentre ti uccide

Anora è il classico film che ti ammalia mentre, di nascosto, affila la lama per ferirti. Ti trascina in un turbine di situazioni irresistibili, dialoghi frizzanti e poi, quando meno te lo aspetti, ti lascia senza fiato con un colpo dritto allo stomaco. È una commedia? Sì, ma amara come un bicchiere di vodka scadente. È un dramma? Sicuramente, ma senza la consolazione di un lieto fine. Sean Baker costruisce il suo film come un giro sulle montagne russe: adrenalina, euforia, e poi il vuoto sotto i piedi.

Alla fine, Ani ha perso tutto: il matrimonio, i soldi, l’illusione di aver trovato una via d’uscita. Dopo essere stata umiliata dalla famiglia di Ivan e aver visto con chiarezza l’inettitudine del suo (ormai ex) marito, si ritrova sola con Igor, lo scagnozzo silenzioso. Lui le restituisce la fede costosissima che aveva nascosto, un piccolo gesto che vale più di mille parole. Ani, abituata a ripagare ogni cosa con il sesso, cerca di sdebitarsi come sa fare. Ma qualcosa si spezza. Per la prima volta, non c’è nessuno scambio, nessuna transazione. E lei crolla.

Il pianto di Ani è il vero finale del film, l’unico momento in tutta la pellicola di autentico contatto umano. E lì capiamo tutto: Anora non è la storia di una donna che viene salvata da un uomo, ma di una donna che finalmente sceglie di salvare se stessa. Al contrario dell'insulso Pretty Woman, dove la prostituta si “normalizzava” e si sistemava accanto a un ricco americano, qui la favola svanisce e la realtà prende il sopravvento: il principe è uno stronzo e la “principessa” capisce di poter chiedere molto di più dalla vita che un ricco idiota. Senza appiattirsi, senza abbassare la testa, rimanendo se stessa, anzi trasformandosi in una donna sicuramente migliore.

E così, il sogno americano si rivela per quello che è: una macchina che macina speranze e le risputa in pezzi. Ma Ani non è più la stessa. Il giro sulle montagne russe è finito, e lei è finalmente libera. Non è più solo una ragazza dei privè. È Anora. Orgoglio. Onore.

Una lezione di cinema. Una lezione di vita. 

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