LAISSER MOI DANSER … altrimenti … UNA VIPERA SARO’


C’erano una volta I FAVOLOSI ANNI 80, da allora tanta melma è passata sotto i ponti, il luccichio delle paillettes ha lasciato il posto a dei miseri cerini accesi di tanto in tanto…

Una volta c’erano loro: LE SORELLE BANDIERA, tre baldanzosi e pruriginosi temerari che sfidarono il comune senso del pudore italiota e ci aprirono le porte degli angeli ribelli che con un filino di trucco … qua e la … diventano FA-VO-LO-SE creature dell’ammmmore.



Talmente favolose che i timidi pennacchi di struzzo di ieri si trasformano in meravigliose piume multicolorate di oggi.

Ed è così che ci troviamo in una tiepida serata di Maggio nell’anno di Grazia 2006, con la solita squallida compagnia in quella che sarà una notte di folliaaaaaaa.

Ci incontriamo al Cinecittà Pub, ormai mitico locale capitolino metà di vippis e pavoni metropolitani e diretto dalla splendida Juana Jimenez. Si sta svolgendo il Concorso per Miss Drag Queen Lazio presentato da La Berta e da LaKarl DuPignè, e Caina piena d’amore pensa: “Piatto ricco….mi ci ficco!”.


E che piatto !!!! Gioia e splendore si spalanca al nostro cuore. Entriamo a metà serata, il concorso era quasi bello che finito, ma le divin sorelle non sono certo avide di doni, e allora siamo ancora in tempo per esultare anche noi alla vittoria di una splendida Twinky (più volte accusata da una rigogliosa Madame Maitresse di anoressia molesta per se ….ma soprattutto PER LE ALTRE!), ma più di tutto ci si felicita per il trionfo e per il tripudio che spetta a quella che Caina consacra REGINA TRA LE REGINE: MISS MELODY SELLER


La nostra MELODY è semplicemente straordinaria nella sua passionaria, sanguigna e verace interpretazione di una mai dimenticata Gabriella Ferri, la folla urla, batte le mani, canta tutta ad unisono: “TUTTI AR MARE TUTTI AR MARE A MOSTRAR LE CHIAPPE CHIARE”


E chi le muove più le chiappe da qua?

Lo spettacolo continua con una presentazione staffetta tra LaKarl DuPignè al vetriolo e una Berta che rimembra il suo drag-esordio, dovuto all’incontro con Juana, in un non ben identificato luogo di battuage romano. La Juana le consigliava di diventare UN PERSONAGGIO giocando tutto sul suo SEX APPEAL: a metà strada tra una Loredana Bertè perennemente con le dita in una presa di corrente e il cantante dei Dead Or Alive in transito verso la sua nuova era transgender, ma con un tocco … de naso … della Mazzamauro.


Ma la nostra Berta non fila la lana, ha mille qualità nascoste: sfodera le sue armi migliori e affila le unghie in una mostruosa, nel senso di portentosa, interpretazione di Giuni Russo nella sua storica “Una vipera sarò”, e Berta si avvelena e ci avvelena di nostalgica memoria.


No no… gli echi del passato svaniscono troppo presto! A spazzarli via, trascinandoli giù dal palco per i capelli, interviene una luccicante Twinky in lurex rosa, versione Madonna Dance Floor (ma anche un po’ Katia ex del Grande Fratello), che ci confessa i suoi peccati tra giri, piroette e spaccate da far impallidire anche la più aerobica Jane Fonda.


Ed ecco che è ancora una volta il glorioso passato che incalza e ritorna a calci e spintoni. E’ sempre la Twinky, questa volta nelle vesti di Dalidà … LA DIVINA DALIDA’, nell’immortale “Laisser moi danser”. Caina si emoziona e applaude a scena aperta.


Surprise! Il costume di Twinky (“tutto fatto con le mie preziose manine”… dice lei …), si apre, scoprendo una preziosa coda di scintillanti paillettes che ci offuscano e appannano la vista … oddio svengo!


Caina si riprende a fine serata, e ci fermiamo a fare quattro chiacchiere libertine con la Berta, che giustamente ci chiede “Aoo ma voi de che circuito siete?????”. Noi ci guardiam bene dal rispondere, glissiamo la domanda e riusciamo a strapparle una promessa: la prossima volta lei interpreterà la Loredana nazionale e Twinky la Rettore! WOWWWWW! Per il resto cara Berta non si preoccupi, e ricorda sempre che quando ti dicono "Sei bella!", l'unica risposta che una vera drag-queen può dare è "Bella sarai tu, io sono FA-VO-LO-SA! (LaKarl DuPigné docet)


E che il sacro glitter di Moira Orfei sia sempre con noi amen.

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